Amore: è l’espressione che cela in sé un sentimento troppo “grande” per essere utilizzata impropriamente, con leggerezza.
Come sovente si parla a sproposito di consapevolezza, spiritualità, compassione…
Sono divenute “parole” utilizzate nella maggioranza dei casi per far breccia nella sfera emozionale della gente.
Un ambito dove emergono i molteplici aspetti della fragilità umana che non deve essere manipolata bensì compresa, accettata.
Ho pubblicato il mio precedente articolo principalmente per chiarire che i suoni generati attraverso l’utilizzo di Campane Tibetane, Gong… possono anche arrecare danni e non sempre portare benefici come abitualmente si vuol far credere alle persone.
Come in tutti gli altri miei articoli, quel che “racconto” altro non è che lo specchio di ciò che oggi accade nel mondo olistico, che piaccia o no, non ha alcuna importanza, è la realtà.
Siamo immersi in una realtà virtuale dove alla maggior parte di noi interessa solo quanti “like” riceviamo sui post che pubblichiamo sui social, quanta curiosità suscitano le nostre foto ed i nostri video con la speranza che tra queste decine, centinaia, migliaia di “mi piace”, “cuori”, “faccine varie” seguite perlopiù da commenti dai contenuti superficiali, banali, si materializzino poi un bel numero di persone ai nostri eventi, alle nostre manifestazioni e che magari queste persone comperino anche delle Campane Tibetane, chiaramente le nostre che saranno indiscutibilmente sempre le più belle, le più armoniche.
Questo non è amore, è business.
Ed è proprio lì, ai nostri incontri dove, indossati i panni del Maestro sempre ispirato con aria sognante dispensiamo universalmente amore e compassione, dove il timbro della voce è sempre rigorosamente pacato e dove il sorriso stampato sul volto non ci abbandona mai.
E’ il luogo dove alimentiamo il nostro già smisurato e soprattutto incontrollato ego.
Quell’ego che nutriamo coi numeri, con i “mi piace” ma non si vive in una realtà virtuale, non ci si gratifica coi numeri ma con la sostanza: anche una sola parola dettata davvero dal cuore, un gesto sincero, espressioni profonde di comprensione, di autentica consapevolezza e non decine di sterili “meraviglioso”, “bellissimo”, grandissimo”, “eccezionale”… sono rivelazioni di crescita personale, di evoluzione.
Amore? Spiritualità? Compassione? Consapevolezza?
Ho scritto che ognuno di noi dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e fermarsi un momento a riflettere, facciamolo tutti ma questa volta facciamolo davvero e proviamo a farlo con sincerità, umiltà.
Impariamo ad essere autentici, trasparenti, non inventiamoci nulla, assolutamente nulla pur di emergere sugli altri!
Tanto non saremo mai i più bravi, i migliori, anche questo l’ho già detto, qualunque cosa scriveremo, diremo o faremo pur di “apparire”, rischierà seriamente troppe volte di farci cadere nel ridicolo, non servirà ad altro se non ad accrescere il nostro ego.
Non deterioriamo ulteriormente l’immagine già sufficientemente distorta che appare del mondo olistico.
Impariamo ad essere in primis sinceri ed onesti con noi stessi, prima che con gli altri.
A coloro che sono interessati ad imparare realmente l’utilizzo delle Campane Tibetane, coloro che non partecipano ad un evento solo per curiosità o per potersi “godere” il suono della campana che hanno a casa, un sacrosanto diritto, diciamo la verità: un week end, due, tre (dove di solito si viene paradossalmente insigniti del titolo di Maestro) possono essere solo l’inizio di un viaggio, l’inizio di un percorso lunghissimo e impegnativo alla scoperta dell’unico vero strumento che esiste: l’uomo, l’artefice del “Suono”.
Facendo così, alcuni o forse molti decideranno di intraprendere la via più rapida e meno impegnativa pur di raggiungere velocemente il loro fittizio obiettivo ma questo non deve avere alcuna importanza per noi.
L’importante è l’essere sempre totalmente sinceri e soprattutto onesti.
Abbiamo il dovere di rispettare la fragilità umana!
Quella fragilità che si manifesta in maniera più o meno “evidente” in ognuno di noi a seconda delle situazioni che viviamo.
Quella che alcune volte viene però ostentatamente mascherata da un’effimera serenità creata dall’illusione dell’aver ricevuto “in dono” da altri la “forza” necessaria ad affrontare gli ostacoli che la vita ci riserva.
Ma la forza per vincere tutte le situazioni di insicurezza, paura, inquietudine, angoscia… per superare qualunque ostacolo, esiste realmente solo dentro di noi.
Quindi non creiamo illusioni, suggestioni, non facciamo proselitismo, liberiamoci dalle “regole” di quello che potrebbero essere il nostro credo, la nostra fede, la nostra filosofia, solo così agiremo liberamente e nulla interferirà nel tramandare e condividere ciò che fa parte della nostra conoscenza.
Non sto assolutamente dicendovi di “rinnegare” le vostre credenze, qualunque radici esse abbiano, non confondetevi, non voglio che le mie parole vengano travisate, sto asserendo che l’insegnamento non deve risentire della loro influenza.
E impariamo, insegniamo che non è un Maestro quello che riempie di partecipanti tutti i suoi corsi tantomeno quello che “inventa” nuovi Maestri solo per avergli venduto un attestato, quello è solo un bravo manager.
Insegniamo che l’unico vero Maestro esiste solo dentro noi stessi e che lo incontreremo quando raggiungeremo la reale consapevolezza del nostro essere, della nostra sacralità.
Questo è amore vero, il rispetto per se stessi e per gli altri.
Insomma, abbiamo mille occasioni per vivere e condividere l’amore ma deve essere amore autentico.
E l’amore autentico ha infiniti volti, sfaccettature, sfumature, non può essere dispensato come parole al vento.
Risiede nel profondo di ognuno di noi ed è quello che dovrebbe guidare ogni nostra azione e ogni azione che compiamo dovrebbe essere la massima espressione della nostra libertà e del rispetto di quella altrui.
Chi “sa” veramente agisce col cuore, non con la mente e desidera solo trasmettere conoscenza e accompagnare le persone sul sentiero della consapevolezza del proprio essere, non ha altri fini.
Queste sono le cose che dovremmo sapere, comprendere prima ancora di prendere in mano una Campana Tibetana, non quello che viene raccontato e pubblicato solo per invogliare le persone a partecipare ad un corso con l’illusoria promessa di poter imparare tutto sul loro utilizzo in poche ore.
Quelli che mi conoscono già lo sanno, non sono quello con lo sguardo ispirato né quello col sorriso di circostanza sempre stampato sul volto, l’insegnamento è una grande responsabilità che richiede serietà, professionalità.
Sono quello che, senza fronzoli e con enorme passione, cerca di far capire quanto possa essere prezioso divenire consapevoli del proprio essere e tenta di far comprendere cosa realmente significhi suonare una Campana Tibetana.
E sono ugualmente felice se i partecipanti ad un nostro evento sono indifferentemente uno o venti, non è il numero che conta ma l’energia straordinaria che si sa creare.
Non saranno i miei post o quelli della nostra associazione che potranno eventualmente condurvi da noi, saranno solo le nostre “vibrazioni”, le nostre “frequenze” che, forse, potranno raggiungere nel profondo il cuore di alcuni di voi.
Sono ormai tanti ma davvero tanti gli anni dedicati al “Suono”, ne seguiranno altri, molti altri.
Col cuore, Dario