IL COLORE DEL MALE
Fascisti, nazisti, assassini, “neri” maledetti… quanti epiteti.
Quando tutto si tinse di nero fu vissuta un’epoca che tutti noi abbiamo il dovere di conoscere, un’epoca della quale dobbiamo avere consapevolezza e che, nello stesso tempo, ricordiamo ma non può più appartenerci.
Oggi però molti nostri politici “attingono” a quell’epoca per disorientare le menti, per interesse, per creare tensioni, per fomentare odio, puntano il dito verso gruppetti di assurdi nostalgici di un tempo che mai potrà tornare.
Il loro unico scopo è quello di manipolare le menti già sufficientemente “sconnesse” di chi non sarà mai in grado di mettere in discussione le proprie inattaccabili credenze.
Ma oggi, in Ucraina, il dolore si tinge inconfutabilmente di “rosso”, il colore del sangue!
Di quello stesso rosso che sempre abbiamo invocato dal dopoguerra in poi e che, beceramente, oggi continuiamo a sventolare nel bel mezzo delle più svariate manifestazioni organizzate all’insegna della “libertà e dei diritti civili”.
E di fronte a questo “rosso sangue” ecco il silenzio o qualche breve cenno di alcuni e niente più.
Bravi, davvero bravi, questa è la dimostrazione della nostra “pochezza”, del fanatismo politico, della “blind faith”, della nostra totale incapacità di comprendere se esista realmente il “colore del male”.
Hitler, Stalin, Saloth Sâr meglio conosciuto come Pol Pot, Kim Jong-un… ed oggi Putin!
Delinquente? Dittatore? Terrorista? Assassino?
Molti sono gli appellativi usati nel rappresentarlo in questi ultimi giorni ma, secondo me, il più azzeccato è “folle”!!!
E allora, qual è il colore del male?
Semplicemente non esiste, non esiste perché non sono mai potute esistere vittime di serie “A” o di serie ”B”, solo una mente malata, condizionata da ideologie politiche può creare distinzioni specie quando si tratta di crimini di guerra.
Sono sempre esseri umani quelli che scompaiono e le loro vite, chiunque essi siano, hanno identico valore.
Il colore del male è un’astrusità, un’astrazione, lo creiamo noi, secondo la nostra “dottrina”.
Ho citato dei personaggi, ho citato “alcune” delle menti molto malate che hanno caratterizzato gli ultimi cento anni della nostra storia, oggi ci troviamo ad avere a che fare con l’ennesimo individuo assetato di potere ed io, non so voi, mi sento tristemente impotente innanzi a tanta cattiveria, follia.
Certamente contribuiremo tutti con donazioni e aiuti vari ma vorrei che quanto sta accadendo servisse a qualcosa in più del coinvolgerci emotivamente e materialmente: che giunga a tutto il popolo ucraino costantemente il nostro più intenso “amore” per la vita, il nostro più potente intento.
Poco fa è stata bombardata la più grande centrale nucleare presente in Ucraina, questa volta è andata bene, parrebbe non esistere alcun rischio di contaminazione.
Non sappiamo cosa accadrà domani, non sappiamo se Putin, col suo desiderio di “denazificare” (termine da vero “folle”) l’Ucraina e l’occidente deciderà un attacco nucleare.
Viviamo un incubo, credo nessuno di noi si sarebbe mai aspettato che sarebbe potuto accadere qualcosa di simile ma intanto è accaduto.
Manifestiamo, inviamo aiuti, accogliamo tutti coloro che fuggono dall’Ucraina, preghiamo, riuniamoci per suonare le nostre campane tibetane, recitiamo mantra, facciamo tutto ciò che è in nostro potere…
E mentre il dolore per l’eccidio del popolo ucraino è sempre più intenso, dentro di noi cresce anche la rabbia.
Chi mai però lancerebbe un qualsivoglia ordigno bellico sulla Russia se mai ne avesse la possibilità?
Credo che la maggior parte del popolo russo sia contro la guerra e che moltissimi altri neppure siano in grado di comprendere le mire folli questo “individuo”.
Forse, per fortuna, non verremo mai coinvolti in un conflitto, speriamolo davvero con tutto il cuore però non dimentichiamoci ugualmente quanto noi stiamo vivendo per cui…
Urliamo forte, molto forte, devono sentirci tutti.
Urliamo la nostra rabbia contro tutti coloro che in tanti anni, in nome di assurdi compromessi, accordi, globalizzazione, hanno contribuito attivamente alla crisi economica/energetica della quale paghiamo e pagheremo noi, sempre e solo noi, tutte le conseguenze.
Quante famiglie di questo passo riusciranno ancora a pagare bollette di luce e gas e ad acquistare i generi di prima necessità?
Dipendiamo per tutto ciò che ci necessita da tutti.
Ci controllano anche la lunghezza degli ortaggi e delle vongole, verrebbe da ridere vero?
Adesso vorrebbero anche etichettare il nostro vino come prodotto che nuoce alla salute, alla nostra salute nuocciono solo le loro assurde politiche.
Eppure è la realtà per cui, abbandoniamo una volta per tutte qualsivoglia colore (ideologie, credenze) che fino ad oggi abbiamo pensato potesse rappresentarci, guardiamo avanti, apriamo gli occhi e impariamo a comprendere realmente tutto ciò che è accaduto, sta accadendo e che accadrà, senza alcun condizionamento mentale.
Nero? Rosso? BASTA!!!
Il male non ha colore, il colore esiste solo nella nostra mente e se vogliamo salvarci una volta per tutte, va dimenticato, eliminato, per sempre!!!
Spero infinitamente che questa ennesima follia dell’uomo abbia presto fine e che sia una fine giusta.
Spero altrettanto infinitamente che i signori che guidano o guideranno in futuro il nostro paese (ricordando il buon Fabrizio De André) pensino un po’ meno ai loro ventri obesi e ai loro cuori a forma di salvadanaio e si occupino davvero anche di noi, non a parole, coi fatti, in maniera “congrua”.
E che sia dall’alto dei loro attici, dalle loro barche a vela, dai loro yacht o dei loro palazzi dorati, col loro politicamente corretto ed il fare da intellettuale/alternativo, poco importa, il loro dovere è e sarà sempre quello di occuparsi realmente di noi.
Noi dovremmo però avere il compito di ricordarglielo, sovente, senza bandiere rosse, nere o di qualsiasi altro colore.
Il colore del male non esiste, esiste il bianco, la sintesi additiva di tutti i colori dello spettro visibile, rappresenta la pace, la libertà, la purificazione, un nuovo inizio.
Solo noi, così, potremo ricominciare tutti insieme.
Solo noi, così, potremo aiutare noi stessi e gli altri popoli.